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Scusi, che fa, mi “inoltra”? Se la bufala è colpa del tuo amico

Da qualche giorno ci siamo (forse) accorti che Whatsapp ha inserito una nuova “spunta” sui post che riceviamo. La spunta in questione è “inoltrato”. Cosa significa è abbastanza semplice: il nostro contatto ci ha inoltrato quel messaggio – quindi non l’ha scritto lui -. Ma, come dice il saggio, la vera domanda sta sempre nel chiedersi perché. Quindi, perché Whatsapp ha inserito quella spunta?

Lo strano caso della Jaguar nera che a Preganziol ruba i bambini, giugno 2018. Preganziol, provincia di Treviso. Arriva un messaggio su Whatsapp. E’ di quelli che a leggerlo ti fa venire i brividi. Più o meno fa così: “Un’automobile Jaguar nera ruba i bambini del paese, per favore inoltra questo messaggio perché ne va dei nostri figli!”. E subito vai di inoltra nelle decine di gruppi che ognuno di noi ha. Inizia la catena. Chi l’ha originata non si sa. Sta di fatto che quando si parla di figli, di malviventi, di qualcuno poco di buono serve armarsi subito e partire per difenderci. E così migliaia di cittadini utenti di Whatsapp di Preganziol hanno ricevuto quel messaggio, inorriditi. “Tutti a caccia della Jaguar!”

Tutto comprensibile, ferme restando due cose: la prima è che ci sono le forze dell’ordine. Fanno tutto per difenderci, basta però avvertirle. Si sappia fin da ora che Zucherberg e co. non girano i messaggi e i post al 112. Talvolta qualcuno se lo dimentica. La seconda cosa, importante quasi come la prima: ma il messaggio che ti è arrivato chi l’ha scritto? Il tuo amico o anche lui l’ha inoltrato?

In alto a sinistra compare “Inoltrato” se il contenuto è stato inoltrato a te dal mittente

Ecco, questa seconda cosa è fondamentale: si chiama in inglese fact checking. ovvero, è o non è una bufala?

Ovviamente i messaggi inoltrati servono: me ne arrivano a decine ogni giorno. Da quelli del “buongiorno” che mi mettono sempre il sorriso (ma quante fotografie di buongiorno con strane tazze di caffè esistono? E quante frasi Linus ha detto sul buongiorno? O quante facce assurde di bambini ci sono? Li colleziono tutti e alla fine li conterò), a quelle di chi mi vuol far sapere qualche pensiero importante che altrimenti non avrei mai saputo. E’ la bellezza dei social. Far circolare notizie alla velocità della luce. Ma serve un controllo, come tutte le cose.

Così, quando ci arriverà un messaggio dal nostro contatto, sapremo se l’ha inoltrato o creato lui/lei. E’ il primo segnale per fermarsi e riflettere. Sembra uno degli insegnamenti di quando andavo a catechismo molti anni fa. “Fermati e rifletti“, mi diceva il sacerdote. Valeva allora che non c’erano i bit di Whatsapp. Vale ora che ci sono. Varrà domani quando ci saranno altri strumenti. Il mio sacerdote la sapeva lunga più di Zucherberg.

E io che non vedevo l’ora che finisse per andarmi a prendere 50 lire di panna al bar dalla Anna…

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