“Gli Angeli e la (nostra) PA”. Post sugli Angeli. Uno.
Una decina d’anni fa partecipai ad un lungo corso di angelologia. Tranquilli, non era new age, era organizzato dagli stimmatini di Verona. Un corso “serio” insomma. Lì ho potuto apprezzare le incredibili caratteristiche dei “messaggeri” per eccellenza. Presi molti appunti che, credo, sia venuto il momento di condividere. Anche perché il periodo è quello giusto, visto che Natale si avvicina. Ma prima è necessario fare un passo: inquadrare bene il fenomeno, si direbbe in ambito scientifico.
Dopo tanto cercare (e aver trovato, a dire il vero), un anno fa mi sono regalato “il” libro sugli Angeli. Si tratta di “Angeli. Ebraismo Cristianesimo Islam”. Non un libro semplice: sono ben 2012 (leggasi duemiladuecentododici) pagine che raccolgono tutto sui diversi approfondimenti angelici nelle tre grandi religioni monoteiste.
Ho iniziato a leggerlo qualche giorno fa e le prime pagine mi hanno sorpreso per la loro “modernità”.
Leggo, ad esempio, che la PA, la “nostra” Pubblica Amministrazione, ha preso diversi concetti dalle gerarchie angeliche (senza, peraltro, prenderli tutti, sennò non saremmo messi come siamo messi da quelle parti).
Sugli Angeli c’è un sacco da imparare. E se non si impara, c’è un sacco da leggere. Solo che avere libri “seri” sottomano è un’impresa non facile.
E perché non scrivere in questo blog di Angeli, visto che qualche buon libro me lo sono procurato?
L’idea vorrebbe essere ambiziosa: partendo dal “#librone-di-più-di-duemila-pagine”, che trovo necessario almeno per sommi capi, transitare da un raro e prezioso libro sulla Kabbalà dove si tratta di Angeli e della loro funzione divina e terrestre.
Poi saremo pronti per i resoconti del lungo corso a cui ho partecipato (quello degli stimmatini). Sarà interessante perché si sveleranno risposte ai molti interrogativi della (nostra) vita. E le risposte saranno sorprendenti.
Ma per arrivarci, occorrono diversi passaggi, appunto, per evitare di trasformare l’angelologia in astrologia…
Ogni lungo viaggio comincia con il primo passo.
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“Angeli. Ebraismo Cristianesimo Islam”.
Le introduzioni vanno sempre lette. Sono una sorta di riassunto ragionato di un testo e quanto il testo ha duemila pagine, meglio leggere l’introduzione.
Inizia così.
“Forse su nessun altro argomento si è scritto nella modernità così tanto e con così poca perspicacia come sugli angeli. La loro immagine … è penetrata così profondamente, oltre che nelle preghiere e nelle liturgie… nella filosofia, nella letteratura, nella pittura, nella scultura, nelle sottoculture, nel kitsch … che una comprensione coerente dell’argomento sembra esclusa.”
Ed in effetti è così. Cosa c’è di più ampio del concetto angelico? Che spazia e si diffonde in ogni settore umano. Forse effetto di un’ampiezza senza limiti.
E non sono escluse nemmeno i modelli organizzativi, da questa ampiezza angelica.
“Qui l’angelologia ha il suo luogo proprio nell’economia del governo divino del mondo, in cui gli angeli sono ministri… Gli stessi nomi delle gerarchie angeliche coincidono fin dall’inizio in buona parte con la terminologia del potere: Dominazioni, Principati, Potestà, Troni. Il trattato dello pseudo-Dionigi sugli angeli si intitola Del sacro potere (tale è il senso originario della parola <<gerarchia>>) celeste”, ma le stesse gerarchie del potere terreno, tanto ecclesiastico che profano, si presentano come imitazione di quelle angeliche”.
Ed è la PA, la nostra (?!) PA, che prende a mani basse dai concetti angelici. A proposito degli “uffici”, dei “ministeri”, delle “missioni” dei “funzionari”, celesti nel caso angelico; senza colore nel caso della PA…
Il termine “ministero” assume per la prima volta il moderno significato di “insieme di uffici e di funzionari” in una lettera di san Girolamo.
Insomma, nemmeno la volta celeste è priva di burocrazia? O siamo noi che l’abbiamo copiata male?
La tradizione teologica sugli angeli distingue due aspetti: quella “governamentale”, cioè amministrativa, e quella “assistenziale”, cioè cerimoniale, contemplativa e di vicinanza. Due facce della stessa medaglia, come si asserisce in questa parte del libro.
Una “copiatura”, quella effettuata dalla PA, parziale: ha preso la burocrazia, e si è “scordata” dell’assistenza, della “vicinanza” a noi poveri cittadini.
Sono discorsi distanti dal tempo che stiamo vivendo?
L’angelologia, in ogni caso, deriva dalla risposta alla semplice ma infinita domanda che i continui approfondimenti teologici hanno elaborato per le tre grandi religioni monoteiste. “Il Divino, il Più Alto, è estraneo al mondo o lo governa?”
Ognuna delle tre religioni risponde a proprio modo ma, in generale, la presenza angelica è parte di quelle risposte all’azione divina. Il libro dispiega queste risposte più avanti. Per ora si introduce qualche rapido sommario.
Nel giudaismo, ad esempio, il concetto di angelo passa da una sua iniziale limitazione di importanza, se non esclusione vera e propria, ad una riscoperta, che avviene “sotto il segno che gli angeli svolgono nel governo del mondo”. Non mancano la visione degli angeli “sterminatori”, con l’esercito comandato dai loro “generali”, e di angeli “che intercedono tra l’uomo e Dio” e, infine, di angeli “cantori instancabili della Gloria di Dio”.
Via via si precisa e si razionalizza la natura dell’angelo e si consolida sempre più “l’idea di governo del mondo”. Anzi, di più: in alcuni approfondimenti si identifica l’angelo come governatore degli “elementi” dell’universo e del mondo. Tema, questo, già presente nel paganesimo.
Nel cristianesimo, invece, all’inizio le speculazioni teologiche discutono di come sia la Trinità che assume in sé “il dualismo tra un Dio estraneo al mondo e un demiurgo signore del mondo”.
Cioè, non è solo creazione (Dio) ma sarebbe anche, attraverso Cristo, redenzione e governo delle creature. Ciò per qualcuno significa che il cristianesimo introduce nella trinità stessa la natura angelica.
Ma dopo diverse elaborazioni, si “inquadrano saldamente le schiere angeliche nella macchina governamentale”.
Però “Messia e angeli restano inseparabili” e ciò fino al Giudizio universale “quando gli angeli non avranno più letteralmente nulla da fare” per quanto riguarda il governo del mondo. Rimane “il canto a Dio in continuazione instancabilmente nei secoli dei secoli”.
Non cosa di poco conto. E che per certi versi avvicina alle concezioni che seguono.
Nell’Islam, infatti, c’è una notevole differenza rispetto alle altre tradizioni religiose. “L’opera incessante di Dio in ogni evento come unico autore di ogni azione”. Ne deriva che “la funzione degli angeli è la gloria, precursori di ogni atto di culto, che magnificano e adorano Dio in ogni istante senza stancarsi”.
Cioè, gli angeli non effettuano il governo del mondo: è Dio che lo fa. Ad essi è demandata l’adorazione incessante.
Non si può non citare “il racconto coranico sull’insoddisfazione degli angeli davanti alla creazione di Adamo e sul rifiuto di Iblis, il più potente di essi, di adorarlo.”
Anche nel giudaismo c’è un passaggio simile legato a Metatron, il più potente degli angeli.
Insomma, almeno per taluni aspetti, si citano esempi di dualismo tra Angeli e uomini. I primi non si vogliono sottomettere ai secondi. Ma forse è un falso problema: in fin dei conti, per chi crede, entrambi sono sottomessi al Divino.
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Prossimo post a breve.
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