Una buca in più in strada per evitare un buco in più alla Cultura
Oggi, anche a nome di tutta la Giunta di Sona, ho mandato una lettera al Presidente On. Sergio Mattarella, al nostro premier Renzi, a due ministri, Delrio e Franceschini, al Presidente della Regione Veneto Zaia e il suo Assessore Zorzato, al Presidente della Provincia Pastorello, ai consiglieri provinciali e a quelli comunali. Oltre ai mass media.
Perché?
Sono spariti i soldi per la Cultura a livello provinciale. Frutto della Legge sull’abolizione delle Province, dice la Provincia. Sarà, ma quella Legge, chiamata “Delrio”, aboliva le Province, non mi pare abolisse anche i soldi destinati alla Cultura. Dove sono finiti?
Francamente, mi sono un po’ stancato come italiano di non sapere i veri effetti delle Leggi. Ecco qui il testo. Se risponderanno, vi terrò informati:)
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Oggetto: la Legge “Delrio” e gli effetti (nascosti) sulla Cultura nei Comuni.
Egr. Sig. Presidente della Repubblica,
la Legge 56 del 2014, conosciuta come “Delrio”, che regola il riordino delle Provincie, è apparsa subito a mio padre, operaio in pensione, una svolta epocale. E’ stata comunicata enfatizzando tutte le semplificazioni che avrebbe determinato, soprattutto per l’economia derivante dalla razionalizzazione delle funzioni e dall’eliminazione di quei posti ben retribuiti che tanti politici occupavano come Assessori o Consiglieri.
A mio padre e a me, che opero presso l’Università di Verona e ricopro la carica di Assessore alla Cultura nel Comune di Sona, a pochi passi da Verona, non sono stati comunicati però tutti gli aspetti della Legge “Delrio”.
Proprio oggi, 30 marzo 2015, mi sto infatti accingendo a presentare una proposta di delibera nella Giunta del mio Comune, per autorizzare la copertura dei costi di gestione di un servizio culturale stupendo, il “sistema bibliotecario della provincia di Verona”, fino ad ora gestito appunto dalla Provincia di Verona ma che la stessa ha comunicato di non riuscire a coprire, in quanto le funzioni sulla Cultura non rientrano più nelle azioni fondamentali delle Province. Altri Comuni veronesi stanno approvando delibere simili in questi giorni.
Si tratta di finanziare con 5000 euro, quest’anno, il prestito intercomunale di libri: centinaia di migliaia di libri che transitano in prestito da un Comune all’altro del veronese, senza costi per il lettore. Una possibilità stupenda per i bambini, per i ragazzi e le ragazze che studiano e amano la lettura. Una possibilità impagabile anche per gli adulti che vedono ampliarsi la loro “piccola” biblioteca di Sona a possibilità enormi.
Ai genitori dei bambini e dei ragazzi che fruiscono di quel servizio, e agli adulti che lo amano, dovrò spiegare che il loro Comune, Sona, farà un grosso sacrificio quest’anno: riserverà più del 10% dell’intero budget culturale per finanziare il sistema bibliotecario della provincia di Verona. Non si tratta di grosse cifre, certo, ma si tratta di capire perché si è arrivati a questo.
Nelle presentazioni entusiastiche della Legge Delrio effettuate nelle conferenze stampa e nei talk show è evidentemente mancata qualche slide: ne sarebbero bastate una o due in più.
Bastava che qualcuno comunicasse che, sì, le Province si semplificano ma c’è però un prezzo da pagare: interi capitoli di bilancio, ad esempio quello per la Cultura, sarebbero stati gestiti altrove (dove? In Regione?) e, per risparmio dello Stato, oltre al passaggio di gestione si sarebbe tagliati tutto o parte di quei capitoli, lasciando ai Comuni gli oneri. Una slide certo bastava, a pensarci.
Mi chiedo se non sia preciso dovere di chi rappresenta i cittadini a diversi livelli, me compreso, parlare chiaro alla gente. Mio padre, mia madre anche lei operaia in pensione, i bambini, i ragazzi e le ragazze e gli adulti capirebbero e apprezzerebbero una politica sincera e avrebbero modo di valutare se una decisione che li riguarda sia buona o meno.
Ora non mi resterà che chiedere al mio Sindaco di coprirmi quei 5000 euro distogliendoli da altri capitoli di bilancio. Se fosse possibile li prenderei dalla manutenzione delle strade e convincerei il mio collega Assessore alle manutenzioni di non rattoppare, diciamo, 500 buche con quei 5000 euro.
Lascerei 500 buche in più nelle strade del Comune di Sona, perché chiunque transiti possa ricordarsi che ogni buca in più in strada ha salvato la Cultura di questo Paese, l’Italia intendo, non solo il Comune di Sona. Posizionerei dei cartelli all’inizio del Comune per ricordarlo, uno slogan efficace e bello come “Una buca in più in strada per evitare un buco in più alla Cultura”.
Mi rattrista, e rattrista mio padre, mia madre, i bambini, i ragazzi e gli adulti sapere che chi doveva comunicare chiaro gli effetti della Legge è in realtà incapace di farlo, o forse non ha voluto farlo, o forse si è dimenticato di farlo.
Mi rattrista di più pensare che questo nostro Paese, l’Italia intendo, baratti la Cultura, uno dei tesori che ha, per meri scopi di risparmio, e lo faccia passare inosservato.
Spiegherò alle mie figlie, ai bambini e ai ragazzi, che un giorno voteranno, che tutto questo non si chiama Democrazia.
Gianmichele Bianco
Assessore alla Cultura del Comune di Sona
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