Vai al contenuto

Scendo dalla giostra della politica. Tra cose belle e amicizie perdute, ringraziare desidero, con le lacrime agli occhi.

“Devo trattenere le lacrime” pensavo tra me e me la sera del 28 aprile 2023 quando ho partecipato al mio ultimo consiglio comunale a Sona. Lacrime che portano alla scelta difficile di scendere dalla giostra della politica.

La metà della mia vita adulta, quindici anni, passata a servizio della Comunità (C maiuscola) di Sona. Mi piacciono le maiuscole, danno forza alle parole, le rendono dignitose, piene di sostanza vitale. I nostri nomi iniziano con la maiuscola non a caso; i nomi degli stati pure. C’è vita dentro quei termini. Vanno trattati con cura.

Stavo dicendo delle scelte. Le scelte accadono perchè le cose cambiano nelle vita: nuove priorità ti vengono mostrate e le segui, talvolta cercate, talvolta inaspettate. E ti sconvolgono e senti che c’è bisogno di te altrove.

Avrei potuto dare un contributo ancora, credo. Ma le Scelte (S maiuscola) sono vive e tormentate, appunto perchè hanno vita dentro. Le domande rimarranno senza risposta, perennemente vive. Queste sono le Scelte. Si chiamano così. Se non c’è un pensiero su “e se invece avessi …” non sono scelte.

Della mia metà vita passata come Consigliere e Assessore ci sono tante storie che vorrei fissare nella mia mente. Non parlerò delle vicende politiche in corso né di persone (amiche, amici) che hanno condiviso con me questi anni. Mi perdoneranno: troppo delicato quel terreno fino a quando tutto non sarà terminato. Dopo prometto che a ciascuno assocerò un pensiero.

Qui parlerò di cosa ho guadagnato e di cosa ho perduto. Una breve guida per amministratori locali, di cosa possono aspettarsi da questa Esperienza (E maiuscola).

Cosa ho guadagnato

La gente mi ripeteva e mi ripete: “Che brutta cosa la politica?”

Dico no, se è P maiuscola. La Politica ha tanto dentro al punto che ti trasforma in meglio.

“Non concordo ma combatterò perchè tu possa dire quello che pensi” – Ho imparato a scindere il pensiero dalla persona: non è facile, provateci. Ci ho messo anni. Da qualche anno se devo combattere, combatto il pensiero non la persona.

“Ti entra da un orecchio e ti esce dall’altro” – Ho imparato l’ascolto, più che il parlare. Piccolo indizio per vedere se chi ti ascolta dà valore al tuo pensiero è capire se parla di più di quello che ascolta.

La Clinton è stata fermata a Manhattan da un elettore che la rimproverava per una buca sulla strada. Lei che è stata una grande statista e aveva in mano il destino del mondo – Ho imparato che non ci sono piccoli problemi. I problemi sono negli occhi di chi li sperimenta. Una buca per strada per una persona in carrozzina vale di più, molto di più, di quanto costi sistemarla.

“E tu dai l’esempio?” – Ho imparato che gli altri ti guardano e che devi dare l’esempio. Che poi la gente si ricorda. Eccome se si ricorda. Noi cresciamo più per gli esempi che per le parole lette nei libri.

“Cosa fate lassù?” – Ho imparato che sono più le cose che fai che non si vedono che le cose che si vedono. Scrivere un regolamento per i contributi delle associazioni: ci abbiamo messo un anno. Ma chi lo vede quel lavoro se non quando è approvato? Un lavoro lungo e meticoloso, parlando con tutti. Se ad anni di distanza (ben 7) è ancora lì intonso e applicato vuol dire che ha ottime basi.

Ho imparato ad agire di squadra. Tu mi passi la palla e faccio goal. Altre volte te la passo io e fai goal tu. Non in tutti i momenti si può essere goleador. Mi viene in mente la canzone di Ligabue: “una vita a fare il mediano e poi, casomai, vinci il mondiale”. Non da solo.

“No a te no perchè non indossi la mia casacca” – Ho imparato che ho fatto molti errori. E che se tornassi indietro farei fare goal anche alla minoranza. E’ la Comunità che dobbiamo servire, non le nostre ragioni di casacca.

Chiedere scusa – Ho chiesto scusa per diversi eventi che avevo coordinato e avevo sbagliato. Cosa c’è di male nel chiedere scusa? Ai nostri bimbi diciamo “chiedi scusa” poi noi adulti ci dimentichiamo di farlo tra noi.

“Oddio, il Covid” – credevo di essere un buon problem solver. Poi è arrivato il Covid e moltiplica per mille le sfide. E allora ho capito che ero un dilettante. Divieto di uscire, la scuola che deve funzionare, i pasti che devono essere dati agli studenti, le riunioni, gli ammalati. Non cosucce. Una palestra difficilissima ma che abbiamo affrontato con la certezza che solo il lavoro poteva permetterci di risolvere tutte queste cose.

“Non tirarsi indietro da nulla” – ricordo che ero stato immerso inaspettatamente in una riunione della commissione mensa: genitori tutti arrabbiati sulla inadeguata qualità del cibo del loro figli a scuola. Due anni di incontri, tensioni, polemiche, ascolto. L’ultima riunione fatta un mese fa: “come sta andando?” chiedo. “Qualità ottima, andremmo noi genitori a mangiare”.

Cosa ho perso

Non farò un elenco di cosa ho perduto perchè mi voglio concentrare su una cosa sola dove ho perso molto, moltissimo. Qualcosa di immateriale ma estremamente prezioso.

Ho perso relazioni di amicizia e di affetto.

Mi sono accorto che quando fai Politica entri almeno in due dimensioni nuove: quella dove credi che tutto ruoti attorno a te, e quella dove fare cose può urtare la sensibilità degli amici.

Ti accorgi tardi, purtroppo, ti accorgi tardi e solo dopo che le cose si infrangono e tutto si perde per effetto di quelle due maledette modalità.

Brutta cosa accorgersi dopo.

E’ il dopo che ti mostra allo specchio. Anzi, il dopo è lo specchio. E ti vedi e comprendi che certamente quella volta potevi fare diversamente, che forse anzi certamente potevi dire cose diverse.

Perdere relazioni è perdere qualcosa di te. Non si recupera il tempo passato con quella persona e non ricresce quello che hai perso.

Ringraziare desidero

La poesia “Ringraziare desidero” è stata un’illuminazione. Ne sono venuto a conoscenza in un’aula dell’Università di Verona, assistendo alla lezione di una Professoressa (P maiuscola), la collega Antonietta De Vita.

Quelle parole di Mariangela Gualtieri sono entrate dentro di me: come Assessore alla Cultura ho assaporato uno ad uno quei termini pieni densi di significato.

…Ringraziare desidero il divino
labirinto delle cause e degli effetti
per la diversità delle creature
che compongono questo universo singolare

ringraziare desidero
per l’amore, che ci fa vedere gli altri
come li vede la divinità
per il pane e il sale
per il mistero della rosa
che prodiga colore e non lo vede
per l’arte dell’amicizia
per l’ultima giornata di Socrate
per il linguaggio, che può simulare la sapienza

Io ringraziare desidero
per Borges
per Whitman e Francesco d’Assisi
per Hopkins, per Herbert
perché scrissero già questa poesia,
per il fatto che questa poesia è inesauribile
e non arriverà mai all’ultimo verso
e cambia secondo gli uomini…

Poesia che ho letto nel mio ultimo consiglio. Con le lacrime, e pure letta molto male. Non hanno mancato di dirmelo.

Ma ringraziare desidero per tutto, per il bene e per il dolore, per la gioia e per la tristezza, per le lacrime e i sorrisi.

Questa è la vera Vita. Se la Politica mi ha permesso questo, è parte della vera Vita (V maiuscola).

Grazie a tutti coloro che ho trovato lungo questo cammino.

Ringraziare, li desidero.

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: