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Gli uomini sono felici. Le donne, insomma

Un recente articolo apparso sul Corriere della Sera (10 marzo) approfondisce il concetto di felicità visto da lui e visto da lei. Con risultati diversi, ovviamente, e viene fuori più di uno spunto su come vediamo reciprocamente la vita. Il Corriere ha approfondito il tema intervistando 1500 persone con età variabile, dai 18 ai 75 anni, che vivono una vita di coppia, perché spesso la felicità dipende anche da chi si ha vicino.

Prima cosa: “lui” è più soddisfatto di “lei” all’inizio della relazione: il 68% degli uomini si dice felice, contro un 64% delle donne. “Cominciamo bene”, si potrebbe dire. La donna parte con l’handicap di un gap di felicità che è quasi il 10% in meno del suo compagno, e ciò certo non favorisce.

Secondo punto. Lui e lei nel corso del tempo “portano avanti la relazione” in modi diversi: lui attratto dal successo professionale e anche da molto attivismo (sociale, volontariato, sportivo, …) tanto che se il lavoro viene a mancare o se si va in pensione, la felicità crolla. Non accade per le donne, invece, per le quali non c’è tanta diversità tra la vita lavorativa e quella da pensionata in termini di felicità. La giornalista (Roberta Scorranese) afferma che ciò è da individuarsi nel fatto che le donne svolgono già un doppio lavoro (lavoro e casa) al contrario degli uomini (lavoro) e quindi comunque non perdono il riferimento.

Donne e uomini si differenziano anche sulla domanda se si sia più felici in coppia o da soli. “Il gradimento maschile dell’essere single sfiora 7,3 (sempre in una scala da uno a dieci), contro il 6,8 femminile.” E ancora sull’avere figli: “.. gli uomini si dicono più soddisfatti senza, con una magnitudo di 7,6, davanti al 7,2 delle donne.” Insomma, di preferenza gli uomini vorrebbero essere single e senza figli molto più delle donne.

Infine, la più grande differenza tra “lui” e “lei” sta nella ricerca della felicità. Dove si trova la felicità? “Il 71% delle donne intervistate dichiara che la felicità è «ritagliarsi tempo per se stesse», contro il 54% degli uomini che dà la stessa risposta. E questa percentuale aumenta con l’età (femminile).” Poveri noi (uomini) incapaci di vedere la felicità nelle piccole cose: il 40% di differenza, che forse ci mostra realmente la diversa natura uomo-donna.

Sono queste differenze che poi creano le insidie nella coppia? Afferma la giornalista che Di tutte le cose che si rompono, forse la felicità a due è quella più silenziosa. Crac. Un rumore sottile, una capriola del cuore e ci si ritrova un po’ più soli, un po’ più disarmati. Lui è distante. Lei è cambiata. Dov’è finito quel suo sarcasmo che ci faceva ridere a cena? E perché questo bambino ha riempito le giornate a lei mentre le ha svuotate a lui? Una coppia felice può scivolare (impercettibilmente) in una fenditura insidiosa: questione di tempo”.

Forse, qualche buon consiglio per evitare il deragliamento c’è: “Quando siete felici fateci caso” è il titolo di un libro di Kurt Vonnegut. Non l’ho letto, ma mi piace molto il titolo. Perché pensiamo di essere più tristi di quello che in realtà siamo in quanto siamo più portati a guardare le (poche) cose che non vanno piuttosto che le (tante) che vanno. Talvolta basta guardare per vedere.

Qui l’articolo completo del Corriere con i grafici.

 

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