L’Amore che cambia. Parte prima: domande
L’Amore suscita molte domande. Non bisogna essere filosofi o psicologi per porsi domande. Sono interrogazioni che nascono nel corso della vita vissuta dove ciascuno di noi ha avuto la fortuna di vivere quell’esperienza, e tale è anche “l’Amore”.
Come si può conoscere l’Amore, comprendere e descrivere? Perché ad un certo punto l’Amore inizia? O termina? O forse cambia? O forse cambiamo noi?
“L’ho lasciato perché non riuscivamo più a capirci”. Mai sentita questa frase raccontata da un’amica? Oppure: “di colpo ho capito che era Lui: mi fa stare bene con il suo modo di raccontare, mi diverte. Avevo proprio bisogno di sentirmi così!”
O, ancora. “Dopo dieci anni abbiamo capito che le nostre esigenze erano diverse. Non c’era modo di conciliarle. Quindi è finita. Eppure all’inizio andava tutto bene”.
C’è un numero infinito di situazioni che potremmo elencare, sul perché è iniziata quella storia, sul perché è finita, sul perché proprio in quel momento mi sono sentito attratto o attratta da quella persona e non da un’altra.

Come tutti, raccontiamo e ci confrontiamo per avere riscontri. “Sono io che sbaglio oppure è proprio così?” chiediamo. “E se non è così, come la vedi tu?”. Sull’Amore, poi, si entra in un universo. Di esperienze, di racconti, di libri, di serie televisive, di …
E’ proprio nel corso della mia vita vissuta che è nata una riflessione che vorrei condividere in questa serie di articoli: l’Amore, per me, non inizia né termina. In noi l’Amore c’è sempre, pronto a esporsi e a farsi cogliere, perché così siamo. Ma ha due caratteristiche fondamentali: è una combinazione di dimensioni (aspettative) diverse che devono essere raccolte e soddisfatte ed è caratterizzato dal (nostro e altrui) continuo cambiamento.
Se non riconosciamo questi due aspetti, allora pare che di colpo l’Amore inizi e di colpo l’Amore si smarrisca. Lasciando irrisolte le questioni.
L’Amore è una combinazione dinamica, quindi? Perché quello che noi definiamo Amore non termina né inizia, ma cambia nel tempo? E seguire, accettare e accogliere e raccogliere quel cambiamento è essenziale per far durare e rafforzare l’Amore?
Sarebbe tutto più semplice se guardassimo all’Amore come ad un suono composto da frequenze con diverse intensità che variano nel tempo. Chi accoglie in quel particolare momento la nostra particolare combinazione di frequenze diventa il nostro (s)oggetto d’Amore.
Ce n’è abbastanza per approfondire. La filosofia, la religione, la psicologia e ogni altra disciplina che ha a che fare con l’uomo si è posta mille domande sull’Amore cercando di dare risposte che ne cogliessero l’essenza. E’ uno studio affascinante, complesso, che però è essenziale per cercare di arrivare a delle risposte sull’Amore.
Cercherò quindi di approfondire in modo personale diversi temi con l’obiettivo di capire quanto la riflessione che sto conducendo possa essere soddisfacente. Lo farò pian piano, perché ogni parola che si scrive sull’Amore va studiata e meditata.
Quindi in questo articolo introduttivo ho cercato di far emergere alcune naturali domande, dando un rapida visione di come può essere compreso l’Amore. Ma non l’ho ancora dimostrato. Il percorso non è breve, ma è composto da tappe. E la prossima tappa, fra qualche giorno, affronterà
L’Amore che cambia. Parte seconda: Amori in disequilibrio
Se prendiamo un qualsiasi dizionario, infatti, ad esempio il Treccani, al termine Amore sono associate molte definizioni, non una. Lo stesso termine “Amore” spazia dalla passione amorosa carnale alla ricerca del Divino, passando per l’amicizia (qui un mio articolo sul tema). Definizioni che differiscono molto, e creano non poche ambiguità nell’uso della medesima parola.
Bisogna quindi fare un po’ più di chiarezza, approfondendo maggiormente i diversi filoni filosofici che cercano di definire meglio il termine.
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P.S. Cercando tra le varie fonti ho ovviamente considerato anche quella religiosa, partendo dall’inizio di tutto, cioè dalla Genesi, e mi è balzata all’occhio una cosa singolare: perché Adamo ed Eva non si sono mai detti “Ti amo”? Mistero.
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Mi trovo d’accordo con gli spunti di riflessione evidenziati in questo articolo, tuttavia penso siano utili delle puntualizzazioni.
L’Amore in qualsivoglia forma è un sentimento positivo, gratuito e disinteressato.
A differenza dell’amicizia non necessita di un rapporto, l’amicizia infatti anche se disinteressata presuppone una reciprocità di intenti.
L’Amore non presuppone un rapporto, si istaura nel momento in cui poniamo il bene altrui come fine delle proprie azioni. L’Amore regala gioia nel momento in cui vediamo appagato il desiderio o il bisogno della persona amata.
Non chiede in cambio Amore, non crea un debito in chi lo riceve, ma restituisce gioia nella semplice accettazione.
L’Amore non è mai sbagliato proprio perché è volto al bene altrui e non attende una contropartita.
Nell’Amore il desiderio dell’altro ci pervade perché godiamo di un sorriso, una parola, un gesto di affetto. Per questo si cerca la presenza, per cogliere l’opportunità di ogni singolo segno.
Spesso l’Amore ci ferisce, quando disatteso nelle proprie aspettative e ancorpiù quando volutamente disatteso. Ma è lo scotto che si paga nel mettere a nudo i nostri sentimenti e la nostra sensibilità.
Quindi quando amiamo, ma soprattutto quando siamo amati, non chiediamoci come soddisfare o alimentare questo sentimento, lo nutriremo semplicemente con ciò che siamo, col nostro vivere quotidiano. Non dobbiamo averne paura perché se vissuto con serenità, nella sua essenza, non potrà mai arrecarci danno.