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Se stai scegliendo le superiori, pensi che la scelta dell’università sia ancora lontana? Forse ti sbagli…

Nelle settimane scorse abbiamo affrontato molti temi sull’orientamento scolastico: come scegliere dal punto di vista psicologico e come scegliere dal punto di vista delle scuole che effettivamente ci sono. Ma la scelta delle superiori a 14 anni può influenzare la vita “dopo”. E, forse, è meglio conoscere cosa accade “dalle parti dell’Università”.

Così, il 30 novembre alle 20 e 45 presso la Sala del Consiglio di Sona verrà l’ufficio orientamento dell’Ateneo veronese, ai primi posti della classifica nazionale come Università. Un’occasione da non perdere.

Quindi, è vero che a 14 anni c’è una scelta di vita e non solo finalizzata ai successivi 5 anni delle superiori? In generale la risposta è sì. Ed è meglio saperlo.

Per capire perché si arriva a questa risposta, partiamo dalla fine: in rete esistono molti siti per comprendere come è spendibile la propria laurea, ma forse quello più completo è almalaurea.it, un sito costruito a partire da indagini dei laureandi che poco prima di discutere la laurea devono rispondere ad un questionario sul sito. Gli stessi studenti, dopo la laurea, aggiornano in continuazione le loro risposte e così si può capire come una laurea valga per il dopo, e quali superiori siano più adeguate per il successo di quella specifica laurea. O per trovare lavoro.

Per rispondere a tutte le domande su come un percorso di laurea sia di successo o no, basta dare una sbirciata qui … http://www.almalaurea.it/informa/news/dati-approfondimenti-2016  Si scoprirà, ad esempio, come nel 2015 Veterinaria o Scienze Infermieristiche o Economia quali soddisfazioni abbiano avuto per trovare lavoro. Ma in generale tutti i corsi sono analizzati.

Ora arriviamo al punto. Non c’è alcun dubbio che le riflessioni più gettonate per la scelta delle superiori siano le seguenti… “scegli una scuola tecnica così quando esci , SE VUOI, puoi andare a lavorare” oppure “vai al liceo scientifico così poi farai ingegneria…” o “se fai il classico poi dovrai PER FORZA andare a studiare lettere”. Chi di noi non ha mai preso in considerazione queste riflessioni? Ma sono vere?

In altri post avevo già analizzato qualche caratteristica sulle scelte e le loro performance, ad esempio quando si sceglie il Classico. Ma in generale come va?

Ad esempio, per avere maggiori probabilità di avere un lavoro? Il sito almalaurea.it ci offre un interessante scenario:

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Se vai all’estero e fai tirocini mentre studi, avrai il 24% in più di trovare un lavoro. Mica male. Quindi, forse anche chi comincia queste esperienze durante le superiori può già avvantaggiarsi per il futuro.

Seconda domanda. Scelgo un percorso di studi universitario, lo sceglierei lo stesso dopo che mi sono laureato? Ecco qui un altro grafico.

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In generale, più un corso è scientifico, più lo si ri-sceglierebbe.

Terza domanda: in generale, se siamo femmine scegliamo…se siamo maschi scegliamo…

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Conferma il luogo comune: le femmine sono più attratte dalle materia umanistiche, i maschi da quelle scientifiche.

Altro aspetto. Il titolo di studio dei genitori influenza (direttamente o indirettamente) la scelta della laurea del figlio.

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E ora arriva il rapporto superiori-università. Se scegli una scuola superiore avrai più probabilità di frequentare un determinato tipo di corso di laurea. Ecco il grafico almalaurea.it

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Quindi, innanzitutto non v’è preclusione. Ogni scuola superiore offre la possibilità di seguire tutti i corsi di laurea.

Se a questi dati affianchiamo anche i dati proveniente da almadiploma.it (sito gemello di almalaurea.it ma per le scuole superiori) allora il quadro si fa più interessante. Per esempio, quali sono le condizioni lavorative o di studio dei diplomati per tipo di scuola superiore, dopo che si sono diplomati a scuola? (Tratto da http://www.almadiploma.it/info/pdf/scuole/commento-dati_2015.pdf)

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Riporto direttamente il commento dal documento di indagine di almadiploma.it

Ad un anno, come era prevedibile (Fig. 3), la quota di diplomati dediti esclusivamente allo studio universitario è nettamente più elevata tra i liceali (75%) rispetto ai diplomati del tecnico (37%) e del professionale (15%). Al contrario, i diplomati che esclusivamente lavorano sono poco diffusi tra i liceali (3%), rispetto ai diplomati del tecnico (28%) e del professionale (39%). Inoltre, la quota di chi, sempre ad un anno dal titolo, dichiara di non aver mai avuto esperienze lavorative post-diploma è apprezzabilmente più consistente tra i liceali (56,5%) rispetto ai colleghi tecnici (34%) o professionali (25%).

Il quadro qui delineato resta confermato, seppure su livelli diversi, anche dopo tre anni dal conseguimento del titolo: la quota di chi lavora (senza essere contemporaneamente impegnato nello studio) è più elevata rispetto alla rilevazione ad un anno ed è pari al 48% tra i diplomati professionali, al 38% tra quelli degli istituti tecnici, ma è ancora decisamente modesta tra i liceali (6%). Tra questi ultimi, però, è consistente la quota di diplomati dedita contemporaneamente allo studio e al lavoro (23%). Resta alta, ancora a tre anni, la quota di chi è pienamente dedito agli studi, soprattutto fra i liceali (65%, rispetto al 31% del tecnico e al 22% del professionale). Naturalmente, all’aumentare delle esperienze lavorative maturate al termine degli studi superiori diminuisce corrispondentemente la quota di chi ne risulta privo, complessivamente pari, sempre a tre anni, al 30% (in misura maggiore tra i liceali con il 42%, minore fra i diplomati del professionale con il 16,5%).

Rimane assai elevata, ancora dopo cinque anni dal diploma, la quota di liceali che studia –esclusivamente- all’università: 55%, contro il 22% del tecnico e l’11% del professionale. Si conferma consistente anche la quota di liceali che non ha ancora avuto esperienze lavorative dopo il diploma (31%). La quota di occupati, non iscritti all’università, è più elevata tra i diplomati del professionale (62%), seguiti da quelli tecnici (51%); ancora decisamente modesta, invece, tra i liceali (14%). Si evidenzia infine la percentuale significativa di diplomati professionali alla ricerca di un lavoro (20%).

Interessante anche come influenza il voto finale delle superiori la possibilità di lavorare o di studiare.

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Insomma, comincia a delinearsi un trend, con le parole dello studio di almadiploma.it:

Come è stato evidenziato anche in alcuni studi di ALMALAUREA nonché nel volume Profilo dei Diplomati 2015, “scegliendo un percorso di studio liceale si è presa a 14 anni una decisione che di fatto porta all’università. Per gli indirizzi tecnici e in particolar modo per i professionali, invece, l’accesso all’università non è generalizzato e la probabilità di iscriversi dipende da più fattori; in questi indirizzi, infatti, il genere (a favore delle femmine), il contesto socioeconomico e culturale familiare, i risultati ottenuti nel ciclo scolastico precedente e il voto di diploma sono associati in modo rilevante alla probabilità di proseguire gli studi”.

E vale quanto scritto all’inizio: la scelta a 14 anni può influenzare la vita. Meglio quindi conoscere cosa succede dopo le superiori.

Ti aspettiamo il 30 novembre!

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